giovedì 10 dicembre 2009

A Christmas Carol



Ci sono racconti che diventano immortali.
Sono quei racconti che rimangono del cuore di tutti, anche di chi non li ha mai letti ma che ne conosce le sfumature proprio perchè sono storie che rimangono nell'aria e nell'anima della gente, trasmettendosi quasi geneticamente di padre in figlio. Uno di questi racconti è forse IL RACCONTO NATALIZIO, quel Canto di Natale nato nel 1843 dalla penna di Charles Dickens e che abbiamo potuto ammirare prima nella meravigliosa versione Disney, con quella che è la più vera versione di Scrooge mai vista perchè Zio Paperone è e non interpreta Scrooge, e in seguito nella divertente rivisitazione dei Muppets.
Ma è inutile a dirsi, se qualcuno ci sa fare con queste cose quel qualcuno è proprio il signor Disney e i suoi eredi che per il loro nuovo Canto di Natale chiamano nientemeno che il re della sperimentazione cinematografica: Robert "Rober Rabbit" Zemeckis.
Con una straordinaria visione tridimensionale ci riporta indietro, ci fa conoscere quello che è senza dubbio il protagonista più sgradevole che si possa incontrare e alla fine ci risucchia in un mondo che sfiora l'horror per farci rivivere quella magia che ci ha accompagnato fin da quando eravamo bambini.
Non importa la straordinaria versatilità del genio Jim Carrey, non importa il talento di Gary Oldman e Colin Firth, non importa quanto Zemeckis sia un maestro nel districarsi tra le nuove tecnologie, perchè, alla fine, quando si ha uno di questi immortali racconti, persino il 3D diventa superfluo.

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