domenica 7 novembre 2010

Armand il Vampiro

Dopo aver esplorato il personaggio di Lestat il mio viaggio nelle Vampires Chronicles continua con quello che è il 6° libro della serie, interamente narrato in prima persona dal vampiro Armand, misterioso fanciullo immortale che già avevamo incontrato nei precedenti romanzi:

Morto carbonizzato sul sagrato della cattedrale di Saint Patrick, a New York: questa era la fine che tutti credevano avesse fatto il vampiro Armand, immolatosi sotto i raggi del sole nascente dopo aver visto il volto di cristo sul velo della Veronica. Invece Armand è sopravvissuto e, dopo essere stato curato da due giovani mortali, è pronto a raccontare al vampiro-biografo David Talbot la sua vita, lunga oltre inquecento anni. Bello come un angelo di Botticelli, Armand ha l'aspetto di un eterno adolescente; tuttavia, dietro quell'eterea sembianza si celano un'anima inquieta e una vicenda piena di violenze, subite e inflitte. Nato a Kiev, decaduta e sottomessa ai dominatori mongoli, Andrej - questo il suo nome mortale - dimostra un talento unico per la pittura delle icone e vive tra i monaci del monastero delle Grotte, finche non viene rapito da predoni turchi e venduto in un bordello di Costantinopoli. A salvarlo dall'abiezione fisica e morale è Marius, il Maestro, un ricchissimo nobile che gli apre le porte del suo meraviglioso palazzo di Venezia, dove i piaceri della carne convivono con quelli della conoscenza. Assunto il nome di Amadeo, egli vive solo per I'amore del Maestro, munifico e misterioso. Ben presto però nasce in lui un forte spirito di ribellione, alimentato dal desiderio di conoscere la verità sui poteri sovrannaturali del Maestro, il quale - vampiro tra i più anziani e potenti - tenta di dissua - derlo mostrandogli la schiavitù notturna di un bevitore di sangue. E quando il giovane si trova a un passo dalla morte, 10 salva, rendendolo immortale col Dono Tenebroso. Il rinato Amadeo sperimenta le gioie e i dolori dell'essere vampiro e viaggia con Marius fino a Kiev, alla ricerca delle proprie radici. Tuttavia la loro amicizia non è destinata a durare, perché un incendio distrugge il palazzo veneziano. Ha inizio il periodo più cupo della vita di Amadeo: orfano del suo mentore, si unirà ai servitori di Satana, diventando Armand, un mostro sanguinario ... 


Questo è, dopo a Scelti dalle Tenebre, il mio preferito tra i romanzi delle Cronache ed è anche quello che potrei definire il più erotico. D'altro canto qui è raccontato dell'amore tra Marius e Amadeo e, l'ho imparato leggendo, Marius è senza dubbio è più "carnale" tra i vampiri, quello che più degli altri si circonda di bellezza e che desidera l'amore (l'amore di Pandora, di Akasha, di Amadeo e di Lestat...), tra i due c'è un'intensa passione, un amore quasi di stampo greco (non a caso!) dove il Maestro e l'Allievo si scambiano meravigliosi baci di sangue, immersi nel velluto rosso sangue, delizia di Marius, tra candele profumate di purissima cera d'api.
Ma da questo libro viene fuori qualcos'altro, qualcosa che dai libri precedenti non era emerso: chi è in realtà Armand? L'eremita che dipingeva splendide icone nella lontana Russia? Il bellissimo fanciullo amato dal Maestro? Lo spietato capo della congrega dei Vampiri? L'elegante proprietario di lussuose ville o di un palco al Teatro dei Vampiri?
Armand è nessuna di queste cose, ma allo stesso tempo è tutto ciò. Armand è alla disperata e continua ricerca di qualcosa in cui credere, si aggrappa con fervore a qualsiasi cosa gli proponga amore, fede... è un fanciullo strappato alla vita molto prima di diventare un vampiro, un'anima sola, silenziosa, triste.
La poesia che si raggiunge verso la fine non fa che confermare quanto Armand sia meraviglioso, quanto egli desideri con tutto se stesso essere amato, trovando in Benji e Sybelle lo specchio dei suoi sogni infranti, rivedendosi nella fissazione folle di Sybelle per la musica, amando il modo spensierato del piccolo Benji di prendere la vita, invidiandolo, forse.
Ma alla fine rimane quella malinconia che aveva contraddistinto l'intero romanzo, chiudendosi con una scena che ha la forza affascinante e il furore dell'Appassionata.


La citazione:


"Oh, che ignobile carattere che abbiamo, nonostante l'aspetto così angelico", mormorò.
"Se sono un angelo, non dipingetemi con le ali nere".


2 commenti:

  1. Una delle mie scrittrici preferite, la Rice con Armand ha dato il meglio...ma consiglio a tutti di approfondie ancora meglio la figura di Marius che supera di gran lunga quella di Lestat. Questo commento per chi non ha letto il libro sembrerà scritto in aramaico antico...ROTFL

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  2. è proprio vero, giunti a questo punto della saga sembra che armand e marius abbiano mille sfumature, una complessità assai più accattivante di lestat... armand, in particolare, è ora il mio personaggio preferito. la sua storia è la confessione di una vera caduta negli inferi dettata dal dolore e dall'impossibilità di rassegnarsi a non trovare spiegazioni alla barbarie che lo circondava...e quindi, il ritorno alla luce... il vero antieroe delle cronache è lui: ha tutto dell'antieroe, fragilità, intuizioni sbagliate, manie, oscurità d'animo. lo adoro. sono andata a rileggermi tutti i passi delle cronache che lo riguardavano, ed ho ordinato subito blood and gold per scoprire la 'versione di marius'...
    perchè... vogliamo parlare di marius? saggio, altruista, distaccato??
    mapperfavore! :D
    meraviglioso...
    paradossalmente, il personaggio di punta di anne rice rimane lestat, ma come livello narrativo, come personaggio, come tutto, secondo me è con 'armand il vampiro' che ha raggiunto la vetta poetica..
    ciao a tutti by MAGACIRCE

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